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sabato 5 ottobre 2013

Report: german tour 2013, part 5 / conclusioni.

GIORNO 11

Ultimo giorno di vacanza e sarà tutto in viaggio. Dobbiamo solo sistemare le ultime cose e chiudere le valigie. Fuori il tempo è grigio e mi prende la malinconia. Una bella dose di malli. Siamo pronti per uscire, non saprei dire bene a che ora, mi pare avessimo il treno tipo alle 10 e qualcosa. Lasciamo di nuovo le chiavi di casa alla Romy nella cassetta della posta, e usciamo. Pioviggina. Valigia e zainetto in spalla. K-way e felpa. Vabbè arriviamo in stazione in netto anticipo, la Sara prende del caffè, io giro, e mi viene l'idea di guardare dalle macchinette quanto mai sarebbe costato il biglietto Monaco-Norimberga se l'avessi preso al momento. Stesso treno intendo, solo che invece di prenotarlo/comprarlo su internet l'avessimo comprato al momento stesso della partenza, lì in stazione. Noi avevam pagato, per due persone, una cosa che credo fosse 37 euri, o 29, una cifra tra i 25 e i 40 euri, non ricordo. Vabbè, faccio la storia con la macchinetta... e sparate una cifra... mi vien scritto 108 euri. PAURA! Vabbè, saliamo sul treno. Non avevamo la prenotazione del posto (avremmo dovuto pagare una cosa tipo 4 euri in più a testa, e che non sia mai, per un'ora di viaggio chi se ne frega) e allora ci cerchiamo un posto che non sia prenotato per la tratta Monaco-Norimberga. Ci sediamo in due posti vicini che eran prenotate da Norimberga ad Hannover (il treno era Monaco-Amburgo). Tutto liscio, arriviamo in stazione a Norimberga, e poi navetta/metro verso l'aeroporto. Pranziamo presto, birrette. Poi check-in, niente da dichiarare, e ci becchiamo birrette a prezzi ridicoli, anche in aeroporto. Viaggio. Birretta pure sull'aereo of course. E atterraggio da incubo. L'aereo inizia a ballare e traballare etc etc e la Sara è in ansia e allora belin se è in ansia lei vuol dire che è merda e allora mi ansio pure io e qualcun altro si ansia e belin quanto ci mette ad atterrare e continua a ballare oh cazzo fa che vola così basso belin finiamo su i tetti ansia ansia. Atterrati. Con atterraggio brusco e vaffanculo. Pisa. Dobbiam aspettare un bel po' per il treno e allora ci prendiamo due birre, pagandole uno sproposito, più che mai in vita mia. Per la seconda ci sediamo in un baretto che ci sembrava economico, davanti alla stazione sotto i portici. E invece, oltre che essere una semi-merda, era pure costoso come la benzina, la cosiddetta benza, o broda, come volete. Andiamo a prendere il treno. La Sara è talmente tanto gentile che mi presta il suo lettore mp3, che ha pure la radio, per sentire Inter-Genoa, prima di campionato. Naturalmente abbiam buscato 2-0. Sul treno comunque m'aveva attaccano banda a parlare un tizio, sardo, che pompa, meno male che poi è stato zitto, che io volevo solo sentire la partita. Treno merci, eravam seduti nel corridoio, non negli scompartimenti, perchè eran tutti occupati. Bella merda. Ogni volta che passava qualcuno bisognava alzarsi e poi risedersi e poi cheppalle. Vabbè, altezza tipo Sestri Levante, forse Chiavari, mi scappa la pipì. Cerco il cesso... chiuso. C'è un tizio a fianco alla porta che mi dice "ah, aspetta, devi fare la pipì? aspetta" e bussa alla porta dicendo "dai Sally, apri la porta, non è il controllore, è solo uno che deve usare il bagno". Io già penso MA PORCA TROIA SOLITA ITALIETTA, e poi si apre la porta e ci sono ben 2 ecuadoriane e una napoletana, moglie probabilmente dell'altro napoletano lì fuori. Vabbè che se ne vadano a fanculo, penso. Io 20 euri di biglietto eh, Pisa-GE Brignole. Piscio e torno indietro. Dopo un po', attenzione attenzione, arriva il controllore. La controllore, era una donna, una sfigata, oltre tutto. Sta qua aveva beccato la napolecagna fuori dal cesso e sta qua aveva un biglietto di regionale su un intercity, e le diceva che doveva pagare la differenza. Già, sbagliato: doveva darle la multa e vaffanculo. Multa pure più alta 1 per aver fatto la furba e 2 per essere una napuletagna. Vabbè a sta troia gliene veniva ancora e s'è messa a fare una piazzata. Giuro, giuro, che io lì volevo davvero tornare in Germania. Italia, non m'eri mancata proprio per un gran cazzo. Nel frattempo siamo a Brignole, ci viene a prendere la mamma della Sara, e torno a casa. Sono solo, i miei sono partiti per la Sardegna proprio quella sera. Mi riscaldo la cena che m'ha lasciato mia madre, e c'ho la malli, ma la malli di brutto. Mi scoppio una birretta grafenwalder e  metto le foto sul pc. C'ho la malli da fine vacanza come poche altre volte in vita mia. Vado a dormire.



E' stata una vacanza fantastica. Nuova. Speciale. Entusiasmante. Stancante, ma non troppo. Posti nuovi, belli, stimolanti, divertenti, tranquilli. Che bello, ci tornerei pure adesso mentre scrivo.
La Germania, belin, che posto super. A me piace l'Italia, me ne lamento spesso, ma non mi dispiace viverci. Anche se davvero a volte mi chiedo come cazzo facciamo a vivere in sto posto, non funziona un emerito cazzo, non va bene niente, c'è poco, e anche poche cose divertenti alla fine. Mi chiedo seriamente come cazzo facciano al Sud, seriamente, lì dev'essere invivibile. Non ci vivrei mai, ma mai mai mai. E comunque storie come quelle del biglietto del treno, della signora nascosta nel cesso intendo... in Germania non sarebbero mai successe. Ma quasi da nessun'altra parte all'estero. E certe cose, certe merdate, certa gente: è loro la colpa di tutto, cazzomenefrega dello spread. Ho già deciso che l'anno prossimo voglio tornare in tour in Germania. Ho capito cosa mi piace tanto di quel posto: è che c'è sempre aria di festa! Ma non di festa alla terrona dove tutti fan casino e nessuno si diverte davvero. C'è aria di festa vera, tipo odore sempre di grigliata, di birrette, dove tutti son tranquilli e se la godono. C'è quest'atmosfera nel 90% dei posti dove son stato, e la adoro. Son tutti presi bene, mi sembra. Poi magari non è proprio così, ma chisenefrega, io tanto son in vacanza e son comunque già preso bene in partenza. Il prossimo anno vorrei fare Francoforte, Colonia, Magonza, Dusseldorf. Aeroporti Ryanair sia a Dusseldorf che a Francoforte, spero di farcela con offerte e robe del genere. Ma devo ancora aspettare 11 mesi. Belin.

lunedì 23 settembre 2013

Report: german tour 2013, part 4.

GIORNO 8

Ci svegliamo non presto ma manco tardi, a un'ora decente per fare le valigie di nuovo e incamminarci verso la stazione. Che guardando sulla cartina abbiam subito capito che all'andata abbiam fatto il giro dell'oca per arrivarci, e allora troviamo una strada decisamente più semplice e in meno di 10 minuti siam già in stazione. Ci sono svariati treni che vanno a/verso Monaco, sia regionali che intercity. Noi abbiamo la prenotazione su un intercity (prenotando da internet puoi comprare scontati solo gli intercity che così finiscono per costare meno dei regionali) e stiam ben attenti a controllare il numero del treno, in modo da non finire su un altro, che ci porterebbe comunque a destinazione, ma che magari ci farebbe prendere una multa. Vabbè. Sullo stesso binario sul quale doveva arrivare il nostro doveva arrivare pure un altro, sempre per Monaco. Mancano pochi miniuti all'arrivo del treno, quello prima / non il nostro, e non è ancora arrivato. Pazzesco, ritardo in Germania. Ad un certo punto, superato l'orario previsto, in mezzo proprio tra quello prima e il nostro, arriva un treno. Allora mi avvicino al controllore con la prenotazione e gli dico tipo “scusi, ma questo che treno è? Perchè io avrei questo qui della prenotazione...” e lui mi dice “presto, sali pure su questo che tanto va a Monaco che l'altro ha 20 minuti di ritardo”... allora urlo alla Sara di muoversi. Lei si muove alla moviola mentre il controllore sta per fischiare. Saliamo. Arriviamo a Monaco pure in anticipo. Vabbè, Monaco. Arriviamo in stazione e andiamo a farci dare una cartina della città, e una del sistema tram/metro. C'è un tipo che sembra indiano all'info-point che ne sa praticamente quanto noi. Ma intanto io ho l'email sul cell della tipa. Della tipa, sì, perchè a Monaco avevamo prenotato tramite Air B&B che è risultato essere un super sito. In pratica questa tipa, tale Romy, c'aveva affittato il suo bilocale. Vabbè, arriviamo quindi a Monaco, prendiamo il tram numero 16 (o 17? era uguale, tanto faceva lo stesso tragitto) e in 10 minuti (circa 6-7 fermate) arriviamo alla fermata. C'era stato detto di andare subito a destra appena scesi, ma la Sara dice che bisogna andare dritti e poi attraversare a destra. E infatti sbagliamo. Chiediamo a una vecchina che ci indica la giusta via. Arriviamo davanti alla casa. Le chiavi di casa erano dentro la cassetta della posta, così c'era stato detto, sempre via email. Ok, ma come entriamo nell'atrio?? c'era stato detto che il portone di solito è aperto. E infatti era chiuso. In tal caso bisogna suonare. Sì, ok, ma a chi??? proviamo allora al nostro interno, il 531. Ci viene aperta la porta. Ma da chi?? mistero ancora irrisolto. Troviamo comunque le chiavi, quinto piano, due ascensori. È un classica casa tipo quella che aveva mia sorella a Helsinki, ovvero (a nostro avviso) proprio per studenti, ragazzi, gente alla buona. Non disagiata, eh, assolutamente. Anche quartiere super carino e super tranquillo, un sacco di pub, un sacco di negozi e ristoranti. Bello. Nel verde, carino. Vabbè, il bilocale è proprio un bilocale, con dentro tutte le cose di sta Romy. Io e la Sara giochiamo a capire la sua personalità. Collezione di film orrenda, con robe tipo Save the Last Dance, Notting Hill, che palle. Vabbè, appena si entrava cucina, poi a sinistra cesso, e davanti camera, piuttosto spaziosa, con letto a due piazze, divanetto, tv, finestra grossa. La porta del bagno non si chiudeva del tutto, nel senso che rimaneva appoggiata, ogni volta che andavamo a fare la cacca l'altro/a doveva andare nell'altra stanza per non sentire rumori di scuregge o plof vari. Ci prepariamo, usciamo. La facciamo a piedi fino alla stazione e ci mettiamo 25 minuti, quindi capiamo che dovremo sempre prendere il tram, ok. La via principale di Monaco, quella porta a MarienPlatz è enorme: è una delle vie pedonali più grosse al mondo. Piena di gente, piena. Subito infatti alla Sara non fa una grandissima impressione: dopo tante città a misura d'uomo, piccoline, Monaco ci sembra davvero una metropoli. Cosa che, più o meno, è. C'è pieno di turisti, pieno di gente. Mangiamo un super panino fatto dalla Sara la mattina ad Augusta, e ci rilassiamo su un prato dietro a MarienPlatz. Comunque MarienPlatz è bellissima. Tutta Monaco è bellissima. Arriva il nostro drinking-time e andiamo a scoppiarci un litro di birra all'HB, che è stupenda come me la ricordavo (c'ero già stato nel 2008, all'Oktoberfest). Usciti finisco al negozio, proprio lì fuori, nel TSV Munchen 1860, per me unica squadra di Monaco. Mi compro berretto invernale con tanto di pon-pom e ciabatte. Poi torniamo a casa per cena. Mi provo le ciabatte che mi van piccole, quindi tornerò a cambiarle. Siamo stanchi. Belin siamo stanchi. Ceniamo, dopo aver fatto la spesa in un ottimo supermarket, e mi metto a guardare la tele, perchè sapevo che ci sarebbe stato del calcio in tv, belin in Germania lo dan sempre. C'era infatti lo Stoccarda, che giocava l'andata di qualificazioni per l'Europa League conntro una squadraccia slava. La partita mi prende, anche perchè lo Stoccarda perde. Tifo di brutto. Sotto 2-0 nel finale accorcia le distanze. E al 92esimo quello scarpone di Ibisevic rischia di fare il 2-2, c'ho tirato un urlo, ero già pronto a esultare. Che sfiga. Morale della favola 2-1 per gli ignorantoni slavi. Molinaro terzino sinistro dello Stoccarda, inguardabile, che grammo. Quel divano di casa è killer. Il football in tele con birrette c'han ucciso. Usciamo solo per fare una passeggiata. Alle 11:30 siamo a dormire.


GIORNO 9

Ci svegliamo dopo un buon numero di ore di sonno. Il tempo non è bellissimo, ma manco brutto. Guardando su meteo.it scopriamo che l'indomani sarebbe stato più bello (forse) e allora decidiamo di rimandare la nostra visita al Lago di Starnberg. La mattina facciamo colazione a casa, rubando del thè alla Romy, e poi usciamo e andiamo a vedere/a girare Nymphemburg, una sorta di reggia di Versailles, fatta da Ludwig II, il Re Cigno, quello che vestiva sempre di bianco, era un buliccione. Reggia stupenda, castello/palazzo incantevole, enorme, vicina alla nostra casa, tipo 4 fermate di tram. Che bel posto. Cigni, papere, bosco, tanto bosco, tanto verde, fiumiciattoli. C'è piaciuto tantissimo. Ad un certo punto un signore, secondo me pure lui buliccissimo, ci dice se volevamo vedere una cosa interessante. Io ho avuto paura mi mostrasse il belino-barzollo. Vabbè, ci dice di guardare su, un albero, che c'è un gufo. C'era davvero! Si muoveva appena. Siam stati 5 minuti a naso in su a guardare sto esemplare di gufo, che se ne stava lì, incurante del resto. Momento gayo. Ci riposiamo su una panchina davanti a sto lago, dove cigni e uccelli vari ti venivano a 3 passi da te. A me mettevano ansia: spesso la natura mi mette ansia, soprattutto i volatili così grossi. Che voi ve ne rendiate conto o meno, sono animali decisamente aggressivi: se attaccano banda a puntarti, a beccarti, non ti mollano più. A me mettono ansia. mi mettono a disagio con me stesso e l'ambiente circostante. Pranziamo con un panetto home-made, che ora come ora non ricordo come fosse, ma l'aveva fatto la Sara, quindi era sicuro molto buono. Poi ci dirigiamo verso l'English Garden, che è quasi in centro. C'era stato consigliato da Simone Zimmo Puzzo, via facebook, il giorno prima, per caso. Super posto! Parco assurdo, enorme. Due le cose prevalentemente belle: 1, il river-surfing! Cioè, c'era un punto dove sto fiumiciattolo faceva una sorta di onda all'indietro, e c'era dei ragazzi che la surfavano. Quando uno cadeva attaccava l'altro. Figata. La cosa 2, assolutamente il bier-garten: stratosferico, stupendo, birra a basso costo, ottima. Lì ci siam piazzati già alle 3:30, e ci siam beccati una media, e ci siam mangiati un'insalata che c'era avanzata da pranzo. Super posto, c'era pure una banda che attaccava ogni tanto, molto tipico, direi. Poi siamo tornati in centro, ovviamente all'HB. Mi son cambiato le ciabatte. 10 euri spesi ottimamamente, visto che per quest'inverno ne avrei comunque dovuto comprare un paio. Super pantofole grigioline con tanto di scudetto del 1860. Poi casa, doccia, cena. Stavolta siamo usciti. Di nuovo HB (nell'altro posto dove siam andati c'era un bordello di gente e c'ha detto che ci potevam mettere solo dentro, quindi della di menosss) per una Paulaner veloce, e poi back home. C'era una alla fermata del tram ciucca marcia che si sboccava in mezzo alle gambe. Che disagio. C'era pieno di gente, pure il tram era pieno. C'era tanta gente normale, alcuni disagiati, molti turisti innioranti ciucchi. M'ha fatto piacere vedere Monaco by night. Comunque la preferisco di giorno. Vabbè, a mezzanotte eravamo a casa, nanna.


GIORNO 10

Ultimo giorno vero e proprio di vacanza. A me prende già un po' la “malli”. Vabbè, colazione, lavatina veloce, prepariamo il pranzo (cioè, la Sara lo prepara, io cazzeggio), e usciamo. Andiamo in stazione a prenderci il treno per Starnberg, che è questo paesino su questo lago, tipo a 25 minuti di treno-regionale da Monaco. In stazione c'è pieno di polizia: oggi si gioca il derby Bayern Munchen – Nurnberg! Figata, vorrei essere nel settore ospiti con i tifosi del Norimberga. Che tra l'altro popolano la stazione pacificamente, nonostante tutti quanti sfoggino la loro norimberghità a bomba, con bandiere, sciarpe, magliette. Vabbè, saliamo sul treno e arriviamo a Starnberg, che subito mi sembra proprio un posto morto. Arrivati non c'è un gran cazzo di niente, solo baretti e moli di barche, su questo lago, che è proprio lì davanti alla stazione, grosso, molto grosso, stile Lago di Garda, quasi. Il Lago di Garda è più bello e caratteristico, forse. Però in generale mare, laghi, fiumi, ovunque ci sia dell'acqua... a me piace, mi sballa. Troviamo, dopo aver fatto un giretto, un bel prato, tipo quello dei parchi di Nervi, che dà proprio sul lago, come se fosse una spiaggia. C'è un bellissimo pontile, stile quello di Dawson's Creek, che si infila in mezzo al lago. È un pontile a forma di T: non è lungo, ma dalla parte larga ci sono le scalette, una a destra e una a sinistra, e si può scendere in acqua da lì, per fare il bagno. Bè, l'acqua è bassa, ci si può saltare/tuffarcisi dentro tranquillamente. Ci piazziamo lì, ci prendiamo un po' di sole, e poi decidiamo di fare il bagno. L'acqua è ovviamente fredda, ma molto meno di quello che pensavo: è tipo come il mare da noi a giugno, freschetto, ma il bagno lo si fa. Era tipo dalla prima media, credo, che non facevo il bagno in un lago, e comunque mai fatto in un lago così grande. Bella storia. Poi pranziamo, e ci godiamo le mille birrette portate da casa, con l'aiuto della nostra super borsa (in lana-cotta, ma termica) della Paulaner: 10 euri al supermarket, con dentro pure 6 birrozze, spettaculo. Mi viene l'abbiocco e mi godo un pisolino al sole, sdraiano sull'asciugamano sull'erba. Super pisolino. Facciamo un altro bagno. Poi il tempo viene grigio e decidiamo che è giunta l'ora di portare via le balle, anche perchè bisogna prepararsi, che domani si parte, e comunque ancora un giretto dopo cena lo vogliam fare. Quindi facciamo un bel giro nei giardini lì dal lago, cerchiamo un bel cesso dove spisciare in stazione, e ci riprendiamo il treno back to Monaco. Mentre siamo sul tram, diretti al supermarket per comprarci colazione e pranzo del giorno dopo inizia a piovere, e a fare freddino. La malli avanza. Quindi poi casa, doccia, cena, valigie quasi pronte... e usciamo nel quartiere, a fare due passi. Due sere prima avevamo addocchiato un bel pub. Lo troviamo subito, e ci infiliamo. Hanno la birra Augustiner! È da una vita che non la bevo e me ne scoppio subito una. Ci godiamo due chiacchere, il locale è splendido. La cameriera ci chiede, dopo averci servito, mentre ci godiamo le nostre Augustiner, come va, se va tutto bene, se ci piace la birra. E' gentile, e mi pare pure fosse carina. Anche in questo locale il cesso è pulitissimo. Comunque ennesimo bel locale; quando vado in certi posti penso che a Genova ci sono veramente pochi posti belli, eppure mica siamo una città così piccola, e tanto meno abbiamo un centro piccolo. Nella nostra zona c'eran tanti bei posticini, pur non essendo proprio in centro. Torniamo a casa, facciamo la conta di tutti i sottobicchieri che abbiam preso sin dal primo giorno, con permesso o meno, e vediamo di chiudere (o quasi) le valigie. A sorpresa mi ci sta tutto. Un po' stretto, ma pensavo di schiumarci, e invece no, tutto chiuso tranquillo. Spero solo non me la pesino, e in caso che non siano tanto severi, perchè suppongo proprio di essere leggermente oltre i 10kg che RyanAir mi concede. Bè, nanna subito dopo. Domani si parte, e che due palle.

venerdì 30 agosto 2013

Report: german tour 2013, part 3.

GIORNO 6.

Ci svegliamo che gli oscuranti delle finestre sono chiusi, giù. Meno male. Dormito decentemente. Portiamo via le balle facendo un bel “B&B, sucamelo!” e ce ne andiamo in stazione. Nonostante Ulma fosse così piccola è sicuramente un altro posto che ci mancherà. Arriviamo in stazione e ci prendiamo il treno per Augusta. In un'ora scarsa siamo arrivati. O forse ben meno di un'ora? Non ricordo. Il tempo è così-così, non caldissimo, quasi fresco. A tratti nuvoloso. Sono in jeans. Arrivati comunque Augusta m'ha fatto un'impressione discreta: zona stazione tranquilla, non bella, ma nemmeno disagiata. Tranquilla. Non abbiamo idea di dove andare e non abbiam nessun tipo di cartina, e non c'è nessuno info-point per turisti. Allora decido di andare sempre dritto e poi al massimo chiedere. La cosa, chiaramente, ha funzionato. A parte che a un certo punto mi avvicino a una ragazza “excuse me..” e sta qua m'ha guardato e accelerato e tirato dritto. Olè che bella gioventù ad Augusta, penso. Poi fermiamo una signora che ci sembrava la classica vecchina e invece parlava benissimo inglese, c'ha pure detto “ho riconosciuto che siete italiani dall'accento”, pazzesco. Ci indirizza verso la strada giusta. Arrivati a un attraversamento non sappiamo di nuovo da che parte andare e mi fermo a chiedere. Passa un ragazzo, mi avvicino con tanto di foglio della prenotazione con mini-cartina sopra e dico “excuse me...” e lui, accelerando “I don't know”. Frazione di secondo dopo stava passando una tizia, classica bagasciona dell'est, sembrava... che mi guarda, io la guardo... un istante e dico “excuse, do you know about this place?” e lei mi guarda e dice “ah, no no, nein” sorridendo. Come a dire “ah vuoi indicazioni, ah allora mi spiace, ma non so, non so di qua”. Cosa pensava che volessi? Uno come valigia e zainetto, foglio in mano che chiede alla gente... cosa pensava che cercassi/volessi? Un bordello? Un pompino? Poi chiediamo un'altra volta, a due signore e un signore, che si consultano un po' e ci indicano che KarlStrasse è proprio il proseguo della via dove siamo, dall'altra parte della strada. Perfetto, e siamo arrivati. Zona centralissima. Un casino di lavori stradali, come al solito ovunque in Germania. Zona super, a un passo dalla piazza principale e comunque a 10 minuti a piedi dalla stazione. Entriamo in albergo... non c'è nessuno. Ok, c'era scritto anche su booking.com che il check-in si faceva o prima delle 12 o dopo le 15. E sono le 12 appena passate. Vabbè, facciamo pipì e poi ce ne stiamo andando quando arriva il tipo, che forse era solo a fumare. Ci dice di aspettare le 15, ma che se vogliamo possiam lasciare lì le valigie. Perfetto, prendiamo solo gli zainetti e giretto. Augusta carina, niente di trascendentale, sicuro delle città che abbiam visto è la meno bella. Però dà delle vibrazioni positive, super positive come pochi altri posti in cui son stato. Non c'è tantissimo turismo, per gran parte di questi due giorni ci siamo mischiati (non mimitizzati però) tra i locals. C'è una strada bellissima ad Augusta con i tram in mezzo che parte della Rathaus platz e porta a una chiesa, strada stupenda, mi piace tantissimo. Sia di notte che di giorno. È quella che passa a fianco Moritz platz, che la taglia, anzi. Vabbè, pranziamo non ricordo bene dove... panetto a caso, ah giusto, in una specie di catena che si chiama Vincent e qualcosa, mi pare. Panino onesto, tipo kebabbino molto ino, poco pollo, tante verdurine. Onesto, non buono. Vabbè, il tempo è grigio ora e fa pure freddino. Torniamo in albergo per le 3 passate, dopo aver girato ancora un po', e c'è una tizia che ci fa il check-in. Non riesco a non far-finta-di-tacchinarla tra le occhiate della Sara. Ci lascia le chiavi della nostra stanza che in realtà è un mini-appartamento. Ed è super. SUPER. Fantastico. Entriamo ed è enorme. Bagno spazioso, cucina spaziosa, camera da letto grande con tanto di divano e Tv. E poi altra cameretta, con ben 3 lettini singoli. C'è pure l'ingresso-corridoio, appena entrati, con armadi e attaccapanni e scarpiera. Veramente tutto bello, molto ikea, molto funzionale, molto carino. Zona silenziosa, che dava, abbiamo supposto, su delle cucine. Si sentiva musica solo all'ora di cena, poi molto silenzioso. Dava a sud e a ovest, vedevamo sempre un bel tramonto. Certo, questa cosa c'ha fatto risparmiare sui soldi della cena. Da oggi in poi non ceneremo più in ristoranti o bar, e anche i panini del pranzo ce li faremo sempre a casa, visto che c'è frigo e piatti e tutto il resto. Bene. Quindi usciamo (prima però ho voluto fare una foto lanciandomi su ogni letto, thraaaaash!). Augusta non è davvero niente di che, ma ti fa prendere bene come poche altre città in cui son stato. Non fa caldo, tutt'altro, la Sara per la birra-aperitivo ha pure la giacchetta di jeans. Comunque ci sono poche cose da vedere ad Augusta, alcune molto belle. La RathausPlatz è bella, niente di trascendentale o di super elegante, ma belin, ti fa sentire bene. C'è una fontana maffa dove la gente si siete intorno per pranzare, cenare, fare aperitivo, solo chiaccherare, etc.. E se non c'è più posto lì ci sono sempre i bar della piazza (un po' costosi, ma la birra costava sempre meno di 3,50 €, quindi perfetto). Ma la gente si siede tranquillamente per terra: sul ciottolato della piazza si vede gente che magari al bar prende il frappè (lì andavano di brutto ste cose lattose), e poi si siede per terra, fuori in piazza. Ma non è una cosa disagiata eh, non è una cosa da disagiati. Ci sono i ragazzini, i muratori che han finito la giornata, i ragazzi di una certa età tipo noi, gente comune. È veramente una bella atmosfera quella che si respira. Non sarà la piazza più bella esteticamente che io abbia mai visto, ma è sicuramente una di quelle in cui mi son sentito meglio, da subito. Comunque ora è il nostro drinking-time e quindi ci becchiam due birre. Nel frattempo, praticamente subito, arriva il classico disagiato mezzo alcolizzato super in botta a chiedere qualcosa alla Sara. Che lo guarda e gli fa gesti come dire “non parlo la tua lingua”. Sto qua sconsolato guarda me, che faccio uguale. Tempo, quanto, 60 secondi?, son arrivati due camerieri a dirgli di andarsene, e l'unica parola che ho capito è stata “polizei”. Ogni volta che sto personaggio si avvicinava qualcuno arrivava almeno un cameriere a intimargli di andarsene. Voi direte “che sbirri”, io dirò “che sballo”. Okay, comunque poi con due belle birre che si mescolavano nel mio cervelletto ce ne andiamo a fare la spesa al supermarket “Norma”, che è una sorta di Lidl, stesse robe. Figata. Prendiamo una birra in bottiglia, da mezzolitro, che scopriamo dopo averla pagata 28 cents. Stupendo, che Dio benedica la Germania. Mangiamo minestra-zuppa e pesce e verdure. E la Sara aveva preso questo vino bavarese, che secondo me era solo tavernello. Due bicchieri a testa e siam già allegrotti. In più birrette, e poi night out, fuori per altre birrette. L'avevo detto che ci saremmo ciucchettati la prima sera ad Augusta, e così fu. Torniamo in albergo a mezzanotte e la Sara non vuole venire a letto perchè dice che le gira la testa e poi le vien nausea. Si mette sul divano. Vabbè, aspetto 5 minuti e riesco a convincerla di dormire a letto. Così fu: nanna.


GIORNO 7.

Ci svegliamo che è abbastanza presto, intorno alle 9. Quindi lavata mattutina, colazione e giriamo. C'è il sole. Non fa caldissimo, però comunque c'è il sole e va benissimo pantaloncini e maglietta. Abbiam visto già parecchie cose del centro di Augusta. Cerchiamo, senza trovarlo, il planetario e il museo di storia naturale. Ma mentre giriamo capitiamo in posti fighi, chiese e giardinetto fantastico con tanto di panchine e piscinetta con ninfee. Che pace. Giriamo giriamo e decidiamo di fare sempre dei gran giri per le vie del centro: anche Augusta, come Norimberga e Ulma, ha dei negozi fighi e giovani, e comunque di tutti i tipi. Per queste cose mi rendo conto che Genova fa veramente schifo. Compriamo belinatine tipo calamita-ricordo (io) e robe simili. Pranzo, andiamo al mercato dove c'eravamo appostati anche il giorno prima, perchè io voglio provare a tutti i costi Nord See, che è sta catena di prodotti presunti dei mari del nord. Panino con qualche pesce marinato dentro: NUCLEARE! Super panino. Me ne prendo due, solo per gola. Cipolle, cetriolini e pesce marinato. Diomio che buono. C'era forse qualche salsettina, super panino. Vabbè, decidiamo che è ora di andare alla Fuggerei. Gran posto! Unico posto dove siamo entrati in questa vacanza che si pagava: 4 euri ben spesi. La Fuggerei è questo mini-quartiere, conglomerato di case, fondate/costruite da tale Fugger, che aveva così voluto far nascere le prime case popolari della storia. Bella storia! Allora, adesso il quartiere è esattamente ricostruito, molto carino, case con piante rampicanti tutt'intorno, e ci vivono ancora circa 150 persone. Non so con quale criterio sia state scelte, so solo che pagano tanto quanto allora, che trasformato in euro è una cosa come 80 cents all'anno. All'anno, sì. Poi vabbè si pagan bollette e il resto. E devono dire 3 preghiere al giorno per il signor Fugger e la sua famiglia, è proprio così da contratto, lo devono fare. Geniale. Il tempo s'è proprio fermato lì. Ah, l'illuminazione del quartieretto è a gas, una delle poche rimaste. C'è anche un mini-museo dentro un certo appartamento, molto carino e interessante, di storia recente, sul nazismo e i bombardamenti, e robe così. In tutto sto tempo ho digerito il panino, le cipolle sarà state, boh. Fatto sta che avevo una botta stratosferica. Mi sentivo sonno abbomba, pesantissimo. La Sara idem. Nord See assassina. Camminato per bene per il quartiere e m'è passato tutto. Usciamo dalla Fuggerei, poi giretto, ancora in centro. Facciamo spesa e prendiamo due birre da bere in piazza del Rathaus. Finita una andiamo a mettere la roba in frigo e poi torniamo con altre due birre, belle fresche, che ci sorseggiamo lì seduti sui ciottoli in piazza. Atmosfera, come detto, bellissima. Torniamo a cenare, usciamo per una birra. Siamo un po' stanchi. Quindi casa, nanna.

giovedì 29 agosto 2013

Report: german tour 2013, part 2.

GIORNO 4.

Dormito di gran merda. Sveglia presto, ovvero ben prima delle 8, che alle 9emmezza circa c'avevamo il treno per Ulma. Tempo bello, qualche nuvola, caldo. Facciamo colazione in un bar in stazione a Norimberga, bar diviso a metà tra semplice bar, e l'altra metà vendevano borse, borsette e valigie. Vabbè colazione mi prendo pure un pane-brioches da portare via, da mangiare in treno. Ci aspetta un viaggio di praticamente 3 ore o quasi. Allora, prima intercity verso una cittadina che mi pare si chiamasse Carlsheim, dove facciamo cambio per prendere un regionale diretto a Ulma. Allora, al cambio salgono sul treno un buon numero di metallarosi scappati di casa, gente che veniva da qualche concerto-festival nei boschi. Parte il treno e ogni fermata sembra rempirsi di più di sti personaggioni tutti neri capelli lunghi e scarpe infangate. Oh, bravissimi, silenziosi e sembravano pure cordiali. Chi può si siede, chi non può sta in piedi a chiacchierare. Fatto sta che nessuno di loro puzzava, assurdo, visto come si eran presentati. A mezzora dall'arrivo ci vien fame e decido di mangiare il mio pane-brioches. Chiedo alla Sara di darmelo, e lei dice che l'ho messo nello zainetto. Io ero convinto ce l'avesse lei, e infatti nel mio zainetto non c'è. Dimenticato in stazione a Norimberga. Belin che fame. Scendiamo a Ulma, che fa pure capolinea, mi pare. Vabbè, primo impatto: che merda. Zona stazione con tanto di scugnizzi che sputano per terra, sembravano i classici terroncelli arroganti e tamarri. Chiediamo info per come arrivare all'albergo. Sottopasso che subito dico “sto cazzo che lo faccio di notte, passo per la strada delle macchine”. Davanti alla scalinata per l'albergo c'era pure una bella sboccata per terra. Primo impatto proprio brutto. Albergo... vuoto. Ma non c'era scritto check-in 24 ore su 24?!!?? e infatti sì. Era compiuterizzato. C'era tipo un bancomat e, inseriti i dati di prenotazione, c'ha stampato un foglio con codice per aprire la nostra porta, e via. Albergo nuovissimo, c'era ancora odore (quasi fastidioso) di riverniciato fresco, pazzesco. Camera bella e silenziosa, con pure condizionatore, perfetta per noi. Pure gli oscuranti alle finestre, menomale. Tutto molto funzionale, tranne per la Sara che non c'era l'asciugacapelli, strano per un albergo così nuovo, funzionale e pratico. Usciti dall'albergo per cercare qualcosa da mangiare per pranzo scopriama che la zona è praticissima: vicinissimo al centro e ben vicino pure alla stazione, ottimo. Esattamente come c'era scritto su booking.com. Mangiamo da quello che abbiamo soprannominato “los pollos hermanos tedesco”, ovvero una catena di fast-food pollosi, che c'era pure a Lubecca 2 anni fa. Ci prendiamo insalata o mezzacosciotta di pollo a testa. Ottima, e cremina da mettere sull'insalata tipo roba balsamica, veramente saporita. Giro per Ulma, che nel centro è molto carina. Piccola eh, in quel pomeriggio abbiam visto tutto: lungo fiume, il Danubio spacca!, quartiere dei pescatori (stupendo, veramente stupendo), casa di Einstein, vie principali e tutte le traverse. E la piazza del “Munster”, chiesa stratosferica, mai vista una così alta. Ah, e pure il comune, il Rathaus, fantastico palazzo con tutte ste robe tipiche che ci piacciono. Ci riposiamo lungo Danubio, mi appisolo con la testa sulle gambe della Sara. Poi decidiamo di passeggiare ancora e poi di andare in quello che, vi dico già, è forse il mio attuale posto preferito al mondo. Batte il baretto di Quinto, il museo dei Ramones e il Tiki Heart di Berlino e altri posti. Bier-garten nel quartiere dei pescatori, che dava su un canaletto del Danubio, con tanto di mulino. Birra a 3 euri, di diversi tipi, ottima. Veramente ottima. Ci stiamo da dio. Cameriere anche di una certa età che ti vengono a chiedere come va, se è tutto ok, tipo nelle trattorie da noi quando passano per chiederti se ti è piaciuto il cibo. Decidiamo quindi che siam presi bene e ci becchiamo tipo tre birre, e quindi poi è tardi e diciamo che possiamo anche non tornare in albergo, ma stare a cena fuori e magari tornare prima, visto che la strada per arrivare all'hotel, a pensarla deserta di notte ci faceva un po' paura. In centro invece c'è un sacco di gente in giro, sia locals che turisti, anche italiani, soprattutto famiglie. Ci andiamo a mangiare una pizza che paghiamo pochissimo ed era veramente buonissima. Poi facciamo un giro dalle parti della megachiesa e scopriamo che in quei giorni c'è una super sagra del vino. Stand tipo festa dell'unità, pieno ma pieno di gente. Tutti allegri, gran bella festa. Però proprio di bere del vino... no way. Allora giriamo ancora un po' ed entriamo in un localetto-bar molto carino, stile japan/asian (nel senso che era gestito da tedeschi-asiatici e facevan da mangiare anche robe asiatiche... era l'unico aperto e pratico per bere una birra) cameriera sorridente (sorrisi che ricambio, ovviamente) e che poi ci farà lo sconto. Torniamo in una Ulma semi-deserta, anche se è prima di mezzanotte. Comunque tutto molto tranquillo e presenza discreta della polizia, che non so perchè ma in Germania mi fa serenità, e non ansia come in Italia. Inizia a piovigginare. Albergo, nanna.


GIORNO 5.

Dormito discretamente e anche un numero buono di ore, anche se, inspiegabilmente, ci svegliamo con gli oscuranti delle finestre aperti, alzati. Non ci spieghiamo ancora adesso il perchè, visto che la Sara li aveva abbassati prima di coricarsi. Il tempo è grigio, quasi piove. Mi metto allora i jeans e felpetta e K-way e ombrellino nello zaino. Fa fresco infatti. Abbiam già praticamente visto tutto di Ulma, e ce la prendiamo al cazzeggio, che è sempre una cosa mi sballa troppo. Facciamo colazione in un posto take-away e nello stesso prenderemo due panini per pranzo più tardi. Panino, il mio, super: ottimo pane, bello grande, dentro verdurine e pollo con salsette che faccio fatica a riconoscere ma che sono comunque ottime. Nel frattempo piove, diluvia. Tutto dura mezzora, poi bom. L'aria è fresca e giro con pure la felpetta. La Sara mi mette a perdere che vuole andare a Nuova Ulma, che praticamente è la cittadina gemella di Ulma, solo dall'altro lato del Danubio. O forse è sempre la stessa città, ma dall'altra parte del fiume si chiama così, boh. Vabbè, io le faccio presente che andrei dall'altra riva solo per vedere lo "skyline" di Ulma da lì, ma mica per andare a Nuova Ulma: lì fuori dal centro tutto mi sembra disagiato. In pratica Nuova Ulma un po' come la Vecchia Springfield dei Simpsons. E infatti così è: facciamo il giro da ponte a ponte e ce ne torniamo. Ovviamente poi per le 17-17:30 (che è il nostro drinking-time) ci facciamo trovare nel mio posto preferito, non solo a Ulma, ma al mondo: il bier-garten dal quartiere dei pescatori! Alle 5 e qualcosa si stupiscono che ordiniamo solo due birre e niente da mangiare. Facciam presente alla signora che noi siamo italiani e ceniamo intorno alle 8. Vabbè, ci scoppiamo due birre a testa e poi doccia, ci cambiamo e torniamo al bier-garten per cena. Allora, cena atomica. Prendiamo una zuppa e un secondo praticamente a caso, perchè ok il menù in inglese, ma la metà delle parole che c'erano eran termini che non conoscevamo. Vabbè, zuppa.... poca. Ce n'era poca, era brodo con tipo pretzel secchi, roba tipica di Ulma, così c'era scritto. Super buona, salata, saporita. Poi il secondo: insalata e carne. Carne con sopra bacon e formaggio. Da infarto! Ottima. Pesante. L'insalata bella fresca, la migliore che io abbia mai mangiato. C'era praticamente tutto, poco pomodoro (che è una verdura che nell'insalata non sta mai bene, troppo invasiva, espande il suo succo/gusto a tutto il resto, ed è una cosa che non sopporto nelle insalate), rapanelli bianchi e listelle, mamma mia, ottima, l'ho sbranata. Vabbè, poi usciamo e non c'è tanta gente in giro, ma per Ulma è già una certa ora. Ci fermiamo per una birra in un baretto davanti al rathaus che ha quelle lampade-riscaldanti per potersi sedere fuori (in effetto fa freschetto) dove continuiamo a fare il gioco delle somiglianze, giuoco al quale la Sara fa skifo. Poi nanna.

martedì 27 agosto 2013

Report: german tour 2013, part 1.

Sono tornato domenica sera a Genova dalla vacanza. 10 giorni davvero di fuoco, nel sud della Germania, che cercherò di riassumere in un tour-report, giorno per giorno, passo dopo passo. Non tanto perchè ve ne possa fregare qualcosa, ma giusto per tenere a mente io stesso quello che ho visto/vissuto, perchè sto iniziando a confondere i posti e i giorni e le cose.
Ah, bè, ovviamente ho fatto un video della vacanza, che si può vedere qui: 

GIORNO 1.

Io e la Sara partiamo alle 13:00 per Pisa. Treno che in due ore ci fa arrivare a Pisa Centrale. Giriamo il centro e andiamo fino alla Torre, che tanto l'aereo è alle 6 passate. Allora, Pisa delusione mondiale. A parte l'Arno che mi sballa quella zona e mi sballano sempre i fiumi... belin, Pisa è una versione più maffa di Chiavari! C'è solo la Torre. E comunque quel prato è strapieno di americani e giapponesi, quindi non vedo come possa essere così tanto bello. E alla fine la Torre mi ricordavo pendesse di più. Vabbè, il tempo è bello, ci godiamo un panetto ottimo fatto dalla Sara e portato da casa. Sulla strada del ritorno verso la stazione becchiamo il classico minimarket di pakistani che vendon birre a prezzi ridicoli (ovvero prezzi da Germania) e ce ne prendiamo 3, 2 io e 1 la Sara. Ovviamente non ci fanno nessuno scontrino. Arriviamo in aeroporto, finisco l'altro panino, mentre la Sara il suo se lo imbosca nel bagaglio a mano. Prendiamo un'altra birra a testa al bar dopo i controlli, pagandola uno sproposito. Poi volo, altra birra che paghiamo una fucilata. Volo migliore di sempre, in un attimo siamo a Norimberga. Arrivati sapevo già che la U2 ci avrebbe portato in stazione, quella dei treni, dove in zona avevamo l'albergo. Facciamo il biglietto della metro/navetta e in 10 minuti siamo arrivati, e usciti dalla stazione il nostro albergo è proprio lì, vicinissimo. Appena sono riaffiorato dal sottosuolo ho pensato “belin Germania, eccoti di nuovo qui”. Norimberga con le sue torri tonde, come gli stipiti delle porte della città. M'è sembrata subito la classica città tedesca, accogliente, semplice, ma elegante in quel modo tipico, molto local. M'è subito piaciuta. Arriviamo in albergo, gentilissimi, c'è pure una sala/bar figa, ci dicono che c'è pure una terrazza con bar, su all'ultimo piano. Sono gentilissimi e ci fanno un'ottima impressione. La camera è carina, anche se dà proprio sulla strada e ci sembra subito rumorosa. Lasciamo tutto lì e usciamo per cena che nel frattempo sono tipo le 21:30. Entriamo a caso nel centro storico, stupenda via pedonale (o semi-pedonale), e ci fermiamo in un posto che ha prezzi onesti, che si chiama Bratwursthaus. Spettacolo. Ci becchiamo subito i tipici wurstel/salsicciottini di Norimberga e patate e birra. La Sara s'è presa quelli vegetariani, che erano davvero ottimi, meglio di quelli di carne secondo me, pazzesco. Facciamo un giro fino a tipo le 23:30 poi, bella passeggiata, è tutto aperto e molto vivo, zero disagiati in giro, molti giovani, molti turisti, molta gente in generale, ma tutto ordinato e per niente caotico. Albergo, jagermaester e birretta lì al bancone. Andiamo a dormire.


GIORNO 2.

Nottata da incubo. Mi sveglio starnutendo, con naso tappato e gola secca. Belin, a Norimberga il tempo è davvero secchissimo. C'è tipo il 30% di umidità. Noi a Genova diciamo “uh che secco oggi che è il tempo” e poi magari c'è il 60%. vabbè, nottataccia, anche perchè strada un po' troppo rumorosa, quando passava il bus faceva un casino, e poi luce del sole, cavolo, dell'Italia mi son mancate sempre davvero solo le tapparelle. Avevo la mascherina eh, però belin. Vabbè, comunque la cosa peggiore della nottata è stata alle 6 del mattino, quando quel bastardo del vicino di camera s'è messo a sentire la Tv abbomba. O forse non era abbomba, ma belin, si sentiva di brutto. Usciamo. Il tempo è super, soleggiato, caldo-secco. Colazione alle 10 del mattino in questo posto appena dentro le mura, che si chiama “Der Beck”. Credo sia una specie di catena di forni del pane/dolci/caffetterie. Vabbè, hanno tutto molto buono, e il cesso era pulitissimo. Non ho fatto la cacca perchè l'avevo già fatta in albergo. Comunque nel cesso vedo la prima super scena tedesca. Un signore non riusciva a entrare in bagno, perchè per accedere ci voleva il codice dello scontrino. Oh, ce l'aveva, ma non gli andava. Vabbè, poi entra. Piscia, e si sistema, non verso il pisciatoio, ma dal lavandino prima di lavarsi le mani, ravanandosi abbondantemente il pacco. Tutto parlando da solo in tedesco. O forse parlava con me? Io in tedesco so dire solo “danke”, “currywurst mit brot”, “rot en weiss” e “2 a 0 – grosso e del piero”. Giriamo per Norimberga. Città super, in due giorni l'abbiam vista per bene e c'è piaciuta un sacco. Finiamo fino al castello (si gira tranquillamente tutta a piedi come città), fighissimo, veramente stupenda, pure bella vista sui tetti, belin, tutto molto caratteristico. Bello, molto bello. Il pomeriggio, seduti su una panchina, alla Sara viene la malsana idea di andare a Furth. Dice che è segnalata nella mini-guida che c'han dato in albergo, e così diciamo, ma sì andiamo. Prendiamo quindi la metro/treno che in 20/25 minuti ci porta a destinazione. Ora, Furth era maffo come posto. Proprio paesello, non riesco a pensare che un posto così piccolo/maffo possa aver avuto l'anno scorso la propria squadra in 1.Bundesliga. Però poi penso al Chievo e al Sassuolo, e allora ok. Vabbè, a Furth c'è pure una mini-piramide tipo quella del Louvre. E lì vicino cerco subito un magnete, perchè mia mamma fa la collezione. Non trovo niente di turistico, ma per caso incappiamo nel negozietto ufficiale del Greuter Furth, la local football team. Figata, entriamo a chiedere lì. I magneti costano tipo 4 euri, sto cazzo. Comunque nei negozi delle squadre in Germania han delle figate pazzesche, tipo in questo c'è il tappalavandino, stupendo, biancoverde. Avrei dovuto comprarlo. Invece ho preso una sciarpa, bellissima, a 2 (DUE!!) euri. Costava poco perchè dell'anno scorso, celebrava la serie A in pratica. Chiedo al tipo del negozio come mai il G.Furth abbia come simbolo lo stesso del Celtic Glagow, come mai sia tutto così irish... mi dice che il trifoglio è il simbolo della città. Non chiedo altre spiegazioni, mi sembrava già abbastanza incredibile. Nel frattempo la via pedonale non è così maffa, è carina, e ci infiliamo in un bar pure carino, dove ordiniamo due pretzel e due birre Tucher, che lì van tantissimo. Il cameriere (figo) ci prende in giro per come pronunciamo le parole Pretzel e Tucher. Gli volevo chiedere se le prossime sfide calcistiche han intenzione di vincerle o cosa. Torniamo a Norimberga, albergo, doccia, e poi fuori per cena. Stesso posto del giorno 1, non avevamo voglia di sbatterci. Prendiamo praticamente uguale, con però l'aggiunta di zuppa, che, come al solito in Germania, è buonissima. Mangiato bene e prendo, due volte, un'ottima grappa locale, che aveva come un retrogusto di meletta verde. Spaziale. Ecco, ora non ricordo se era il giorno 2 o il giorno 3, ma mi pare il 2. vabbè, passeggiando, proprio vicino alla porta della città, avevamo visto degli inconfondibili punks tedeschi, che stavano fuori da un locale, che poteva essere il Lucrezia di Norimberga, anche se a me sembrava più il TdN come gestione della cosa. Andiamo a vedere dopo cena se c'era qualche concerto... c'era, ma robe smetallarate hc, ma figurati, eravam già stravolti. Baretto lì fuori all'aperto e birrette. Birretta poi all'albergo facendo due chiacchere con i locals, poi nanna.


GIORNO 3.

Dormito stavolta abbomba. Nonostante il rumore e la luce. Andiamo a fare colazione nello stesso posto del giorno 2. Il tempo è bello, soleggiato, più caldo del giorno 2, ci sembra. Giriamo ancora la città, tutta la zona ovest e sud ovest, che scopriamo essere carattestica come tutto il resto. A mezzogiorno ci facciamo trovare puntuali nella piazza del mercato, per assistere al carillon della chiesa. Carino, mi aspettavo qualcosa di più ecclatante, ma carino. Poi voglio andare a vedere quella roba dei processi di Norimberga, zona maffa della città, nonostante il palazzo di giustizia sia bello e imponente. Siamo pure vicini a un locale che Enri Gluesniffer m'ha consigliato di andare a provare, per mangiare. Ma questo pranzo vogliamo risparmiare e così ci siam fatto due panini comprando alla Lidl. Zona periferica di Norimberga, con un po' di disagiati, ma tranquilli. C'era una fontana, in questo giardinetto/parchetto, dove qualcuno aveva buttato tipo del detersivo, facendo diventare l'acqua completamente schiumosa. Assurdo. C'era pure un carrello della spesa infilato dentro la fontana stessa. Show. Torniamo al castello e alle mura, perchè poi domani partiamo per Ulma, e io volevo stare ancora un po' lì. Sballo. Poi andiamo a prenderci due birre in questo posto, subito appena dentro la porta dal lato stazione, che sembra un quartieretto minuscolo tipico bavarese, solo di locali/bar, veramente fantastico. Si respira un'atmosfera di festa, ma anche di serenità, che è la cosa che in assoluto adoro di più della Germania. Ci sediamo lì fuori e ci becchiam ste due birre completamente atomiche che ci ciuccano. Torniamo in albergo per doccia, e usciamo per cena. Andiamo al risparmio, prendiamo un kebab. E anche un piatto in due di spaghettini tipo orientali, riscaldati e riscaldati, ma accettabili. Il kebab invece non m'è piaciuto. Cioè, vabbè, buono perchè il kebab mi piace sempre, però ne ho mangiato decisamente di migliori. Assistiamo a una giapponesina che si fa mettere sulla sua pasta troppo ma davvero peperoncino, matta. Birretta dall'altro lato della strada e poi albergo. Abbiam cercato pure di andare al bar sul tetto, ma era tutto chiuso. Boh. Quindi birretta dal bancone del bar e poi nanna. L'indomani Ulma.